Tra le emozioni della casalinga di Voghera c’è – in questi giorni – un profondo senso di vergogna. La nostra ha infatti scoperto che molti degli ucraini venuti in Italia per sfuggire alle bombe del loro paese vogliono tornare a casa. Motivo: gli aiuti stanziati dal parlamento a favore dei profughi e delle famiglie che li ospitano non sono mai arrivati.
Primo dubbio: colpa dei soliti nodi burocratici o altro ancora?
Fatto sta che questi poveretti hanno assoluto bisogno del sussidio promesso. Sono fuggiti in emergenza e arrivati senza denaro e documenti e abiti. Ma da noi, al di là del calore di chi li ha accolti, non hanno trovato aiuto e neppure prospettive di lavoro. Meglio le bombe, allora, che una vita da mendicanti.
In contemporanea arriva la notizia che gli oltre 17 mila studenti arruolati nelle scuole italiane eccellono in matematica e materie scientifiche e mostrano di possedere ottime conoscenze di inglese. Lasciandoli partire perdiamo una occasione di arricchimento culturale.
Gran peccato, grande vergogna per un paese che soffre di denatalità costante. Non occorre essere uno dei Soloni che vanno in tv a spiegarci cosa succede per risentire della magra figura che facciamo davanti al mondo.
Secondo dubbio C’è modo di rimediare in fretta?