Adesso che ho superato le prime ottanta pagine posso pensare (forse) che ho per le mani, e sul mio computer, un nuovo libro. Ho cominciato a pensarlo una ventina d’anni fa, sollecitata dai protagonisti della storia e incoraggiata lungo la strada da amici convinti, così dicevano, che meritava di essere raccontata. L’ho iniziato almeno dieci volte, senza trovare la voce giusta e perdendo coraggio quasi subito. Uno sa quando le cose si mettono male, la storia non decolla e la lingua resta stopposa e non vale la pena di insistere più di tanto. Scrivere è sempre un impegno ad alto rischio, bisogna crederci molto per portarlo avanti.
Questa volta potrebbe andare meglio. Certo, non è il momento migliore per pensare a una storia che non è particolarmente erotica, visto che il trend attuale mette in primo piano l’eros sfumato di porno. Ma non è che a me ne rimangono molti, di momenti propizi, considerando l’età, il possibile deterioramento mentale, gli accidenti miei personali e quelli dei miei sodali che fatalmente si ripercuoteranno sula mia routine quotidiana.
E allora forza, guardiamo i lati positivi della questione. 1. Il giallo c’è, anche se viene dalla vita. Sarebbe più completo se fosse studiato a tavolino, ma bisogna accontentarsi. 2. I personaggi sono forti, ma al giorno d’oggi tutti i romanzi sono tessuti intorno a protagonisti d’eccezione? 3. C’è il cuore, questo sì. Scrivere con il cuore, per passione, è sicuramente una buona partenza. Ammesso che gli altri siano d’accordo: l’agente, gli amici, i lettori e soprattutto gli editori. Naturalmente di quest’ultima categoria mi basta un solo esemplare. Uno che ci creda quanto ci credo io. Magari non per gli stessi motivi, ma la fiducia nel prodotto è un presupposto essenziale.
Il mio motivo (quello tra i tanti che conta di più, per me), è che i presupposti di questa vicenda rischiano di ripetersi. Come ha detto qualcuno: chi non ha imparato nulla dalla storia è destinato a ripeterne gli errori. E le peggiori infamie, sono già lì, a bordo campo, pronte a irrompere. Per superarle bisognerà ricorrere agli stessi modelli di amore, sacrificio ed eroismo che furono necessari a suo tempo per avere la meglio su tradimenti e prevaricazioni, aprendo la via alla rivincita. Il vero problema è che in questi ultimi anni i giovani si sono adagiati e hanno perso la grinta dei nostri vecchi. E forse una storia così semplice, e allo stesso tempo così grande, non potrebbe più ripetersi. E allora coraggio. Lo dico a me stessa. Nei prossimi mesi (anni?) ne avrò bisogno per andare avanti.