Mio padre apprezzava il cibo. Non esagerava in modo visibile, anche perché era la mamma che distribuiva le porzioni e a volte si arrabbiava pure perché lui mangiava senza fare commenti e complimenti. Era comunque chiaro che apprezzava, e molto, la buona cucina. Eppure, la cosa che ricordo di più, a tanti anni di distanza, è la sua dedizione assoluta all’acqua di selz. Nelle altre case si beveva acqua con Idrolitina, una polverina che veniva sciolta con movimenti bruschi e decisi, da noi regnava il sifone da selz che bisognava avvitare a una caraffa dalle pareti di metallo fino a sentire l’acqua che ribolliva muggendo all’interno. Noi tutti potevamo preparare il sifone – che era argentato, se non sbaglio, o forse rosso cupo – ma bevevamo solo acqua di rubinetto che veniva gratis, mentre il selz aveva un costo che mia madre avrebbe probabilmente contestato se non avesse avuto la certezza che a papà serviva quell’acqua acidula per digerire. Un motivo più che sufficiente per giustificare l’investimento.
Eravamo arrivati in Italia da poco, da emigranti, e la mancanza di denaro imponeva una serie di restrizioni, se non proprio di sacrifici: niente cinema per noi ragazzi, sigarette limitate per i genitori, abbondanza di pasta e patate, pochissima carne perlopiù macinata o preparata per uno spezzatino, e diverse misure di risparmio sull’abbigliamento. Nulla di drammatico, questo è vero, anche se non eravamo contenti di vedere i cugini che andavano al cinema con la domestica mentre noi restavamo in cortile a giocare. Quando protestavamo, mamma rispondeva con fermezza che non intendeva sciupare centosessanta lire per un passatempo, visto che avevamo in casa un numero sufficiente di libri per intrattenimento. Il selz per nostro padre era invece indispensabile, dunque non se ne discuteva. E lui mostrava di apprezzare quel privilegio che non scaturiva da un capriccio, ma da motivi medici, e gustava la sua acqua speciale con lo stesso sorriso che riservava a un piatto ben riuscito, a rischio di indispettire la mamma che sembrava cucinare solo per lui.