È fatale, inevitabile, puntuale la domanda che viene posta a una donna durante una qualsiasi presentazione o evento. La richiesta cioè di un parere sull’esistenza di una scrittura femminile con caratteristiche sue proprie, uniche e inconciliabili con la scrittura maschile. Fin qui mi è sempre venuto spontaneo rispondere che una scrittura di genere non esiste. Che certo le donne si interessano a temi specifici con particolare passione, ma che donne e uomini usiamo lo stesso dizionario e spesso – per lo più – si stenta a distinguere una scrittrice da uno scrittore.
Elena Ferrante, autrice de L’amica geniale amatissima anche all’estero, si interroga su “Donne che scrivono” in un elzeviro apparso sul Guardian il 27 ottobre 2018. Si chiede cioè se i complimenti rivolti alle firme femminili confermano semplicemente che siamo brave all’interno del gineceo letterario cui siamo legate e significa che siamo capaci di dilettare suscitando emozioni, mentre gli uomini discettano da cattedre – e con la potenza della loro scrittura lanciano rivoluzioni e/o difendono coraggiosamente valori fondamentali. Ma questa divisione, ribadisce Ferrante, è frutto di un luogo comune duro da morire. Perché di fatto donne di tutti i paesi analizzano con lucidità le varie situazioni del presente, affrontando anche la lotta eroica con il potere, fin qui ritenuta tipicamente maschile. Plasmare il mondo non è, insomma, una prerogativa maschile. Le donne stanno facendo la loro parte con competenza e senza badare a pericoli. Molte sacrificano la loro vita, mi permetto di aggiungere io. È ora di mettere in luce la nuova verità. Vorrei tornare su questo tema affascinante durante i caldissimi mesi estivi, anche sulle tracce della Capitana di Sea Watch 3 la cui sfida tanto fa discutere. Intanto però vorrei consigliare il denso volume che ripropone i 51 brevissimi flash – tutti interessanti – che Ferrante ha scritto per il Guardian con titolo L’invenzione occasionale (edizioni e/o), accompagnato dai suggestivi disegni di Andrea Ucini.