La verità è talmente preziosa che bisogna citarla con prudenza – cito a memoria una frase di Mark Twain che mi ha molto colpito alcuni anni fa e che riassume perfettamente un pensiero che mi turba in questi giorni.Penso, lo dico subito, alla sincerità che si domanda ai medici. Posto che non possono mentire raccontando al paziente malato che sta bene e devono invece dire (e spiegare) eventuali ombre sulla salute del paziente, la domanda è: quando scatta il momento della verità? Basta un vago sospetto per aprire le danze – o è meglio mettere comunque le mani avanti e anticipare un peggio che forse non si realizzerà mai? Sono situazioni per molti versi frequenti.- Io stessa sono finita all’angolo due volte con una diagnosi, fortunatamente falsa, che annunciava una malattia mortale. Proprio in questi giorni, ho seguito molte altre previsioni mediche fuori fuoco (fortunatamente azzardate) del tipo: domani rifacciamo l’esame e vediamo se la mia ipotesi regge… Sarebbe stato così intollerabile spettare quelle 24 ore prima di annunciare guai tremendi, e nel frattempo tacere sospetti non ancora confermati?