Il Donald furioso suscita preoccupazioni e polemiche chiudendo il consolato cinese perché – secondo lui – è un covo di spie. Il Donald prudente comincia a indossare la maschera in pubblico, convinto dal numero esorbitante dei contagi che finora ha preferito ignorare. Volti pubblici dell’uomo più potente della Terra – anche se bisogna vedere a che punto piazziamo Russia e Cina – ma ci sono altri volti meno esposti. Donald cerca la mano della first Lady Melania che però sfugge alla presa, lasciando intendere screzi interni alla coppia ormai irreversibili, del tipo bomba a orologeria. Donald che contro ogni fair play tradizionale decide di relegare in una saletta oscura i ritratti dei suoi predecessori Bill Clinton e Bush jr. Colpevole il primo di essere marito dell’odiata Hillary e il secondo di non voler votare per lui. (Il ritratto del non meno odiato Obama non è mai stato realizzato).
Si possono fare mille considerazioni. A me torna in mente una volta di più il testo ottimistico del costituzionalista americano che ho studiato all’università mezzo secolo e un pezzo fa. L’autore – credo che fosse tale Corbin – in in una nota spiegava che tutti i presidenti americani, nessuno escluso, una volta eletti, acquistano miracolosamente saggezza ed equilibrio. Così era – forse – fino a sessant’anni fa. Ora, a quanto pare, il tempo dei miracoli è finito.