Ho letto Il richiamo del cuculo, un bel giallo classico di tale Robert Galbraith pubblicato in italiano da Salani. L’autore è un presunto scrittore esordiente, un nome di facciata dietro il quale si nasconde la famosa J. K. Rowlings autrice del formidabile ciclo di Harry Potter. Apparentemente ha scelto di mascherarsi per non sentirsi studiata e scrutinata in modo eccessivo. Suo unico desiderio è scrivere in pace. Stop. Risultato: il libro apparso in lingua originale ad aprile, aveva venduto fino ad agosto 1500 copie (ma qualcuno pensa che si fosse fermato a 500). Certo, alcuni critici l’avevano notato e recensito con benevolenza, pur notando che è un po’ troppo lungo, e lento, e che arriva al finale a fatica, ma ribadendo che è costruito bene e scritto meglio, con descrizioni accurate, fine psicologia, belle note sociologiche . Tutto è cambiato quando l’avvocato di JKR ha fatto trapelare l’indiscrezione sull’identità vera dell’autore e le vendite sono miracolosamente decollate. Anche se, dettaglio curioso, sulla copertina è rimasto lo pseudonimo…
Questa storia mi ricorda una vecchia striscia di Linus, che mi aveva colpito circa quarant’anni fa e resta più che mai attuale. Nella striscia si vede il cagnetto Snoopy che scrive ispirato “era una notte buia e tempestosa…” e avanti così tra gli osanna di lettori ed editori. Arrivano critiche fantastiche, premi, nuove edizioni, nuove richieste per racconti e romanzi. Poi però, d’un tratto, il meccanismo si inceppa. Lo stesso incipit “era una notte etc etc” che aveva funzionato tante volte, non funziona più. Non suscita curiosità o emozione, ma cade nel vuoto. Anzi, viene respinto con noia se non con stizza.
Mi sembra una buona parabola di certi destini letterari – illustrata anche dall’episodio Galbraith. Mi ha sempre colpito quanto c’è di casuale e aleatorio nel campo editoriale, qualcosa che determina la fragilità e l’imprevedibilità del successo. Un amico editore, scomparso purtroppo da anni, mi diceva senza amarezza, degli imprevedibili rischi del mestiere in anni più tranquilli di questi. La certezza è che si tratta di un mestiere meraviglioso, ma assolutamente privo di regole e approdi sicuri. Da qui il suo fascino e i suoi tanti pericoli. Purtroppo… per fortuna?
Nero su bianco
2 Comments
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sono d’accordo, ovviamente! Alla prossima cara Cristina. Il tuo parere di appassionata esperta conta moltissimo – gli amici ti leggeranno su-redigo- vero?
Di cuore ti direi per fortuna, se nella schiera, magari, non ci fosse qualche furbetto che cavalca gli incerti del mestiere… Resta il fatto, però, che i libri scritti, da scrivere, interessanti, belli, brutti rimangono la mia passione perché leditoria è sempre un mondo fluttuante e sempre in divenire