Il nuovo saggio di Elisabeth Badinter ha forse ricevuto meno attenzione di quanto avrebbe meritato. Forse c’è stato qualche sfasamento, a partire dal titolo che in italiano suona Mamme cattivissime (Corbaccio), mentre in francese è, più semplicemente, Le conflit, il conflitto tra casa e lavoro, figli e carriera, insomma il bivio con il quale milioni di donne devono confrontarsi anno per anno.
Ma è anche, secondo Badinter, un conflitto subdolo. Oggi, data la crisi globale, la presenza delle donne sul mercato del lavoro diventa superflua. O quasi. Ecco allora che alle donne si suggerisce una via d’uscita spontanea e falsamente etica, spingendole a tornare da sole verso quella che viene proposta come la loro missione naturale: fare figli, accudirli, allevarli, accompagnarli alla piena indipendenza e poi ritirarsi in solitudine (senza recriminazioni) mentre i ragazzi, ormai cresciuti (finalmente) iniziano il loro percorso.
Ma dove sta scritto che la principale missione delle donne è quella di chiudersi in casa e far figli?
Badinter ha più volte denunciato l’inesistenza pratica dell’istinto materno, intesa come sovrastruttura sociale più che come eisgenza dell’anima. Il tutto sarebbe nato ai tempi dell’Illuminiso, con Rousseau, solo perché i neonati affidati alle balie morivano in gran numero e si pensò che le madri naturali avrebbero potuto accudirli meglio. Il nuovo appello alla natura materna delle donne, e l’insistenza con la quale le si invita ad allattare i bimbi a oltranza, sarebbe solo un comodo strumento per indurle a una ritirata strategica nella quiete delle loro case e una posizione ideologica viziata nella sostanza.
Ne deriva che l’eterno conflitto tra figli e carriera, famiglia e lavoro, con il suo corollario di stress, sensi di colpa e coscienza della propria inadeguatezza, sarebbe sfalsata da una premessa manipolatrice.
Ma è veramente così o si tratta solo della vecchia polemica di una veterofemminista?
Varrebbe la pena di riflettere su queste posizioni molto a fondo. Anche per capire cos’è veramente la forza nascosta che ci spinge a volere figli anche in presenza di gravi difficoltà. Anche se la natura è matrigna.