Nemmeno la natura è come l’ho vissuta io da bambina. I papaveri, per esempio, ai miei tempi erano rossi sfacciati ora sono quasi rosa o rosso spento. Sono cambiati radicalmente anche i i sapori. Com’è che le fragole che mangiavo da bambina più o meno in questa stagione erano dolcissime e succose, mentre oggi sono acidule e asciutte? Stesso ragionamento per pesche e pere e altro ancora. L’unica situazione immutata da decenni è il fronte delle lumache, sempre viscide e invadenti nei decenni. Non a caso continua da decenni senza risultai concreti la nostra lotta estiva contro le infestanti lumache arancioni senza guscio (beghe per i brianzoli) che marciano in file compatte verso la nostra insalata ancora così tenera e indifesa, cui forse il destino infame negherà il piacere di crescere (proprio per colpa delle malefiche beghe). Siamo alle solite, ma non ripeteremo l’errore dell’anno scorso quando – seguendo un consiglio reperito neanche so più dove – abbiamo creato una piscinetta di birra nella quale le malefiche (beghe) avrebbero dovuto tuffarsi per annegare e togliersi dai piedi (e della nostra insalata). No, quest’anno, seguendo il consiglio dello scrittore Wulf Dorn – uno dei re dell’horror europei – spargeremo sull’orto dosi estreme di polvere lumachicida. Dicono sia letale per le malefiche e innocua per gli umani, intanto però consente di assistere alla fine delle grandi nemiche in preda alle più tremende convulsioni. E se il lumachicida fosse dannoso anche per noi? In realtà , al punto in cui siamo accetto anche il rischio di avvelenare me stessa e la famiglia. Muoia Sansone con tutti i Filistei.
Questo lo scrivo in un momento particolarmente su di giri dopo avere scoperto che le maledette non hanno fatto solo strage della mia insalata gentile – un nome, un programma – ma anche delle mie erbette. In realtà non erano queste le riflessioni che avevo in mente quando ho aperto il computer. Volevo commentare piuttosto i profondi legami che congiungono uomini-animali-piante stabilendo un commovente tutt’uno universale. Proprio ieri la nostra dottoressa, la nostra dottoressa – l’omeopata Raffaella Pomposelli – mi raccontava che all’omeopatia rispondono non solo uomini e animali, ma anche le piante. Lei stessa sta testando certi rimedi omeopatici su vari tipi di piante e può dimostrare che possono restituire la perduta vitalità anche a un riso sterilizzato da troppe manipolazioni.
Pensando ai tanti amici ddl mio “Perché io no?” (vedi pagina fb) mi domando se un giorno ormai vicino si potrà infondere nuova vitalità al seme di molti uomini moderni che stentano ad avere figli per colpa anche di cibi manipolati, fumo e stress. Sarebbe una bella cosa, ma in attesa di una sperimentazione su larga scala per il momento dobbiamo “accontentarci” di rendere più sani gli alimenti spesso brutalmente manipolati dall’industria. Si tratta di un piano impegnativo e importante che potrebbe cambiare la vita delle generazioni future.
Ma non voglio insistere sul tema. Del resto, la parte delle lumache per quanto trucida suona più divertente e in linea con un giorno quasi di festa.