Me ne stupivo un paio di settimane fa pensando al milione e mezzo di ebook che si possono ottenere in regalo tramite l’enorme biblioteca virtuale di Amazon e Co. Come può sopravvivere l’editore senza guadagnare? E che succede allo scrittore? Ora leggo di una libreria che nel quartiere Chamberi di Madrid mette i suoi libri gratuitamente a disposizione degli aspiranti (le parole acquirenti o clienti non si adattano al caso) e in più offre pasticcini, torte, bibite. Chi può si acquista un abbonamento da 12 euro/anno – ma nulla è richiesto. Invece, attratti dall’offerta, i candidati arrivano portando libri di qualità e al più scambiandoli. C’è chi offre torte e pasticcini e chi porta da bere. Il “club” (in pratica un crossover organizzato con una base fissa) ha già 120 abbonati, alcuni hanno offerto un contributo di 100 euro, e sembra destinato al successo. A monte c’è un gruppo di volontari (Grupo 13) che si dedica a bambini con vari tipi di problemi e considera la cultura un diritto e come tale non possa essere messa in vendita.
Il modello è comunque americano. Tutto è cominciato con il The Book Thing of Baltimora, avviata da un signore che non avendo più spazio libero per i suoi troppi libri, decise di metterli a disposizione di altri bibliofili come lui. Per quanto strano possa sembrare a prima vista, iniziative del genere si dimostrano un utile volano ai fini della promozione dei libri. C’è sempre qualcuno che, scoprendo un testo, decide di acquistarlo o lo compera per regalarlo ad altri o ne parla e quindi ne aiuta la diffusione. E c’è chi lo adotta per autopromozione. Proprio ieri mi raccontavano di un autore che avendo pubblicato un romanzo con un microeditore, ne ha acquistate 300 copie e ha cominciato a regalarle in giro, chiedendo solo che alla fine quelle copie fossero destinate al book crossing. E fu così che il redattore di un grande editore ne venne a conoscenza, lo propose e il libro finì in un catalogo importante e vinse anche un premio. Meditiamo gente, meditiamo.
Libri in formato regalo
4 Comments
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Sì: diritto d’autore e diritto di guadagnare “facendo cultura”, praticamente un sogno.
Bisognerebbe fare una rivoluzione di carta e di carte
Ciao Elisabetta, grazie del commento. Concordo sulla rivoluzione di carta e di carte. Al momento i libri più venduti sono quelli erotici, una non piccola distorsione del mercato. Bisognerebbe rilanciare la buona scrittura, il solido contatto con un pubblico che non si occupi solo di temi pruriginosi, ma abbia voglia di confrontarsi sui temi di oggi per mettere le basi di un futuro diverso. Possibilmente migliore.
A me piace moltissimo quest’idea di incontrarsi e di scambiarsi qualcosa,lo trovo un modo accogliente di stare insieme,di fare cultura,di portare qualcosa di sè e di ricevere in regalo qualcosa dagli altri..è bello,accogliente e stimolante.Un dono,insomma.Da custodire.
Grazie Adriana, io sono d’accordo. E gli e-book gratuiti fanno già la loro parte in un modo o nell’altro. Sono sempre più numerosi in azioni promozionali abbastanza ampie e profonde. Mi domando che fine faranno gli autori privati dei diritti d’autore. Fin da ora gli scrittori che vivono di libri in Italia sono un’assoluta minoranza… bisognerebbe creare premi, sponsorizzazioni, borse di studio etc etc per aiutare i giovani talenti (e magari pure i meno giovani).