Carissimi
Il resoconto della telefonata che ho ricevuto ieri (25 aprile 2020) da un nipotino di due anni e mezzo – una telefonata durante la quale abbiamo parlato di tutte le cose che contano – la colazione del mattino e i nuovi cartoni animati del Lupo Mannaro – piccole confessioni che il mio amato ha contornato di teneri- “Ciao nonna” – “Ciao” – a riempire la mancanza di altri argomenti – beh insomma questa piccola storia è stata apprezzata da tanti amici, condivisa da un numero altissimo di altri, ha raggiunto persino le Americhe – states e Canada – due grandi paesi in cui ho parenti e amici. Insomma, un successo mai raggiunto e probabilmente irripetibile. Lo dico con un senso di stupore e umiltà. La storia non è di quelle che muovono mari e terre, è solo il riflesso della nostalgia di un bambino per la nonna – tenuta lontano dal malefico Codevirus 19 – e conferma la commozione e la gratitudine della nonna che si sente rimpianta e amata. È la storia di un sentimento prezioso nel quale tutti noi ci siamo ritrovati in questi due mesi di isolamento. Quindi le condivisioni sono giustificate e comprensibili in quanto confermano che siamo tutti sulla stessa linea e che abbiamo comunque un patrimonio di umanità che ci unisce. Per favore non prendete queste parole come un vanto, sono semmai la constatazione di un patrimonio comune. Mi fermo qui.
Vorrei capire però come ha fatto a riconoscere il mio numero un bimbo così piccolo che apparentemente non riconosce le lettere, anche se manovra abilmente cellulare e iPad essendo più che digitalizzato come tutti i bimbi di oggi. È ben vero che il nipote in questione è un birichino furbissimo. Fatto sta che mi trovo per le mani un enigma familiare che dovrò risolvere al più presto perché la curiosità mi rosica più di quanto posso tollerare. Ne verrò sicuramente a capo e di sicuro condividerò con voi amici la soluzione. Da tenere come un patrimonio comune.
