Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, prevede che la guerra in Ucraina durerà a lungo. Ancora molti mesi. O probabilmente anni. Una previsione straziante, se si considera la distruzione che ne verrà insieme a stragi, vendette trasversali, odi a mai finire. E “il martirio dei civili”.
Ma a cosa serve anticipare una guerra lunga e piena di insidie, quasi a preparare gli animi al peggio, in una sorta di malefica profezia. Che rischia di auto-avverarsi in una catastrofe.
Non meno inquietante è l’idea aggregare alla NATO paesi fin qui neutrali come Svezia e Finlandia. Proprio adesso? Anche se i russi vedranno la mossa come una chiara provocazione dell’Occidente e hanno già minacciato conseguenze? Stoltenberg guida lo schieramento armato che per sua natura dovrebbe essere (correggetemi se sbaglio) difensivo a protezione di una pace duratura. L’allargamento dell’Alleanza – evento nefasto secondo Mosca – corrisponde alla tesi che mira ad allontanare una guerra con la minaccia di una risposta armata. Ma la casalinga di Voghera che ospito nel cuore si chiede se è il caso di avviare questo gioco i pericoloso con un avversario che è sempre più difficile interpretare.
E ancora, un altro dubbio. Le diplomazie occidentali si schierano giustamente al fianco di Zelensky inviando armi e aiuti umanitari. Ma (correggetemi ancora se sbaglio) non vedo altrettanto forti e decisi gli sforzi europei a favore della pace. L’Unione è giustamente solidale con Zelensky (mancherebbe altro) ma cosa facciamo per placare la tensione che sale? Cosa fanno Stati Uniti e Gran Bretagna oltre a offrire noi – vale a dire il continente europeo – a un gioco sempre più rischioso? Siamo nel pieno di una nuovo guerra fredda ad alto rischio., ma la diplomazia nostrana resta sotto traccia. E nel vecchio continente le temperature continuano a salire. Sempre più pericolosamente. E questo non giova a nessuno.