Stasera sono a Trino Vercellese per un incontro con Trino che legge per affrontare con Micaela Ordine il grande tema della violenza contro le donne. Me ne occupo dal 2009, anno in cui ho pubblicato per Sperling&Kupfer Il buio oltre la porta e da allora sono intervenuta in oltre 120 presentazioni-tavole rotonde- confronti con studenti. Insomma, l’appuntamento di Trino non è una novità, non fosse che – d’accordo con Micaela ordine – abbiamo deciso parlare anche del lato positivo dell’amore, così bene espresso da LA PROMESSA DEL TRAMONTO. Insomma: malattia e cura in un solo respiro. Ma per tornare al consueto appuntamento sulla deprecata violenza: confesso che a ogni appuntamento provo sconcerto e rabbia – oltre all’ovvia gioia di riflettere in più modi con persone che amano i libri e forse un po’ anche i libri miei. Sconcerto e rabbia perché i frutti del tanto lavoro di questi anni, in piccola parte anche mio, restano scarsi e incerti. Tra il 2012 e il 2016 abbiamo avuto 400 donne ammazzate, all’85% omicidi. La donne sono state uccise dal coniuge (64% ), dall’ex (18%) o da un parente (17%). E non stiamo parlando di stranieri: vittime e assassini sono italiani in più del 70% dei casi. Si dice che le parole sono come pietre, ma le troppe parole che spendiamo su questo tema sembrano piuttosto granelli di sabbia.I miglioramenti sono ben pochi. Anzi, mentre gli omicidi diminuiscono, i femminicidi aumentano. Nel 2016 erano 132 – durante i primi 10 mesi del 2017 se ne sono registrati 114 – conti alla mano il 2017 batte di un soffio il 2016 in questo orribile record negativo. Un pessimo segnale per la salute della società, il futuro dei nostri piccoli e il presente di noi tutti. Bisogna suggerire i soliti rimedi – educazione, autocontrollo, rispetto – con l’orribile sensazione che serviranno a poco. O nulla.