Potrebbe essere il tema del prossimo decennio, al momento è la battaglia di una donna – Giulia Baccarin – un ingegnere biomedico che si è specializzata in manutenzione predittiva e algoritmi predittivi. Obiettivi un po’ distanti dal mio mondo, ma vicini al nostro stile di vita. Giulia Baccarin è in grado infatti di individuare in anticipo eventuali malfunzionamenti di sistema – per esempio guasti dei binari ferroviari -consentendo di impedire dolorosi disastri.
Baccarin è impegnata anche nella prevenzione delle diseguaglianze che colpiscono donne, disabili, immigrati e – in breve – quanti differiscono dalla norma tagliata sulle esigenze di maschi caucasici. Accade infatti che l’intelligenza artificiale alla quale ci affidiamo in misura crescente pilotale nostre scelte (e dunque il nostro futuro) basandosi su algoritmi apprestati secondo modelli che relegano in secondo piano donne, disabili e immigrati. Bisognerà adeguarli alla realtà variegata del nostro mondo perché se questi modelli continueranno a prevalere, quanti non appartengono alla categoria dominante (maschi caucasici) saranno difficilmente presi in considerazione. È un modo concreto per ribadire che donne (e altre categorie di “diversi”) giocano con carte truccate che li bloccano sotto il famigerato tetto di cristallo. In altre parole: se non modifichiamo con un intervento etico gli algoritmi di partenza, creeremo sempre più vaste sacche di diseguaglianza e dunque ingiustizie profonde a discapito delle solite categorie svantaggiate.
Non è difficile scoprire il campo d’azione della dottoressa Baccarin: Facebook e internet riportano diversi video con i suoi interventi. Le sue riflessioni vanno prese in seria considerazione perché le sacche di diseguaglianza incideranno fatalmente sulla vita e sul benessere dei “diversi” secondo schemi che riscontriamo in libri e film di fantasy che forse non sono alla fine prodotti esclusivi delle nostre fantasie.