Mi turba la storia di Cristina Parodi, grande professionista, persona simpatica, mai sopra le righe, non certo una barricadera, ora nell’occhio del tifone per un commento sull’avanzata politica di Salvini, frutto di ignoranza, paura e promesse mancate. È quell’ignoranza che turba la Lega. E infatti i responsabili della Commissione di Vigilanza chiedono l’allontanamento della conduttrice dalla Rai perché ha offeso in un colpo solo Matteo Salvini e gli elettori della Lega. La politica ci ha dato diversi cattivi segnali nel corso degli ultimi mesi, ma questo comincia a essere pessimo. Il diritto di esprimere i propri pensieri, siano pure sbagliati, è alla base di ogni democrazia. Costringere l’avversario al silenzio è tattica vecchia che fa pensare a Mussolini, Stalin e Co., sotto forma di vari dittatori. Esempi allarmanti nel complesso che vanno ben oltre la normale contestazione politica.
Penso che i problemi vengano dalla parola “ignoranza” che secondo il vocabolario sta per mancanza di conoscenza, una constatazione più che una offesa, anche se qui al nord a volte fa le veci di un insulto. Ma, come ben sappiamo, la volontà di offendere trova espressioni molto più forti e la lingua offre centinaia di esempi. A meno che gli uomini della Lega non si sentano offesi dall’insinuazione di provare paura. Non credo che le mancate promesse facciano parte del pacchetto. In fondo riconoscono le carenze dei passati governi.
A monte potrebbe esserci altro. Il fatto, per esempio, che Parodi sia la moglie di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo targato PD, aspirante al governatorato Lombardo sconfitto da Fontana-Salvini ma pur sempre uomo di peso nel partito. Un personaggio attualmente sotto tono, ma al quale molti guardano con speranza. Allora la punizione a Parodi potrebbe essere: colpisco la signora, ma attento a te. O qualcosa del genere.
C’è da dire che i censori leghisti ci stanno addosso e che sentiamo il loro fiato sul collo. La creazione dell’uomo forte, l’uomo del destino, richiede metodi spicci e include occasionali bastonature se non fisiche almeno psicologiche e professionali. Guai a noi se riescono a imporre la loro linea. Non sarebbe fuori luoghi leggere o rileggere e ponderare “M, il figlio del secolo” il grosso saggio di Antonio Scurati edito da Bompiani. M sta per Mussolini e il libro documenta in modo ineccepibile la creazione del regime fascista.
Perché la storia non si ripeta.