Quasi finito, per quest’anno scolastico. Finito il percorso nelle scuole organizzato da Maria Grazia Razzini Bianchi con unaserie di club Lions tra Treviglio e Dalmine. Un giro emozionante, grazie all’appassionato contributo della psichiatra Sarah Viola, che ci ha messo a contato con oltre 3 mila ragazzi. A parlare di violenza in aule più o meno grandi e tecnologiche, a confronto con i volti di ragazzi all’inizio scettici, poi via via incuriositi, attenti, riflessivi. Come quando all’Itis Marconi di Dalmine, rinunciando alle statistiche di donne morte ammazzate in Italia e nel mondo, ho cominciato a raccontare di Barbablù, della moglie sprovveduta, della sorella inerte e di quell’uomo arrogante, in fondo vigliacco, ma nell’essenza predatore. Uno che sa scegliere vittime fragili in sintonia con la sua vulnerabilità… O come all’Oberdan sempre di Dalmine, e al teatro Filodrammatici di Treviglio, dove ho esposto il tema conduttore di quest’anno — una storia antropologica della violenza sulle donne, a partire dal neolitico, dai primi insediamenti umani stabili e dediti all’agricoltura, in contrasto con gli antichi clan nomadi, che vivevano di caccia (quando c’era selvaggina) e raccolta di bacche e piante. Ai primordi della vita civile la solidarietà prevaleva sulla violenza e le donne erano stimate e considerate alla pari degli uomini, non da ultimo perché erano loro a procurare la maggior parte cibo e perché potevano dare il dono della vita. Un dono centellinato con cura, una gravidanza ogni quattro anni, perché donne gravide e con un neonato in braccio o sulle spalle, non potevano spostarsi con sufficiente agio assieme al resto della tribù. Poi, quell’antico equilibrio si è rotto. Con le conseguenze che ancora oggi ci portiamo dietro. Le donne dono diventate sempre di più proprietà dei loro uomini, i figli assegnati ai padri, il matrimonio come giogo e fonte di infinite vessazioni anche in civiltà evolute come quella greca, così limpida e razionale (forse per questo). Certo, i miei resoconti storici impallidiscono un poco a confronto con le esperienze di lavoro e vita di Sarah Viola. Irresistibile quando racconta percorsi umani di sofferenza e rissurrezione che portano lontano dalla violenza, verso una società più equa e felice.
Per quest’anno scolastico abbiamo finito. Sembrava anzi che il nostro percorso finisse qui per mancanza di quei pochi fondi che comporta il meccanismo (che prevede l’acquisto di un certo numero di copie del mio IL BUIO OLTRE LA PORTA da distribuire ai ragazzi perché prendano confronto una storia vera di violenza domestica e organizzino le loro riflessioni). Ma non sarà così. I Lions sono ancora disposti a offrire un piccolo supporto finanziario, abbiamo alcuni sponsor privati e un’azienda chimica – BIDACHEM – attiva sul territorio e disposta ad aiutarci. Inoltre, ed è un fattore importante, molte scuole che hanno richiesto la nostra presenza quest’anno ci hanno già prenotati per il prossimo e arrivano richieste nuove.
Non cambieremo il mondo con questi incontri, ma stiamo seminando qualcosa. Ed è una bella sensazione davvero.