L’altra sera, dopo una tutt’altro che frugale cena cinese, i miei ragazzi mi hanno cantato le lodi di ChatGPT, un modo semplice ed efficace per comunicare con una forma particolarmente evoluta di Intelligenza Artificiale alla quale si può chiedere ogni sorta di spiegazioni, ma anche la creazione di racconti, saggi, poesie, battute curiose e persino romanzi. Che gran cosa, dicevano loro senza curarsi dei miei brividi di orrore. Ci manca solo la concorrenza dell’Intelligenza Artificiale per rendere ancora più impervio il mio lavoro di scrivente (sempre posto che lo si possa chiamare lavoro e non cura di nevrosi o altro). In effetti la nuova concorrenza è formidabile. Richiesta di formulare un racconto su un cane terrorizzato dai mortaretti, IA ha descritto con sapiente gusto il ricorso a carezze, bocconcini prelibati e persino qualche seduta dallo psicologo per placare le ansie del cucciolo timoroso. Niente male, ho dovuto ammettere. Altre prove dedicate ad animali diversi – dalle anatre ai pinguini – mi sono apparse meno puntuali. E tuttavia mi hanno lasciato la certezza che un qualsiasi editore potrà sostituire un qualsiasi giovane (e meno giovane) collaboratore ricorrendo ai servizi della Chat. Tanto più che al momento le sinapsi dell’Essere etereo lavorano a titolo gratuito. Per scopi educativi, a quanto pare, (IA dev’essere testata nella pratica e impara obbedendo alle richieste più svariate) o per instillare nei nostri cuori pavidi l’irresistibile tentazione di usare IA come un compiacente schiavo della Lampada.
Ci mancava solo Lui – o Lei – per rendere inquieti i miei sempre poco placidi sonni (di scrivente). Proprio ora che sto per presentare il nuovo romanzo nel quale credo in modo assoluto e che ho scritto in tempi per me record, su un tema che mi accompagna da tutta la vita e che è tornato purtroppo di stretta attualità. Avrei potuto cavarmela con meno fatica e maggiore velocità chiedendo la collaborazione di ChatGPT? E avrei voluto chiederlo? E – soprattutto – quali effetti avrà la novità sugli editori di giornali e sulle grandi firme dell’editoria? Certo, IA ha i suoi limiti. Per ora. Capace che passi Roma per Toma. Ma sta imparando. E noi, volonterosi, l’aiutiamo a perfezionare il suo stile. Quando giungerà alla perfezione – o a qualcosa di molto vicino alla perfezione – la Chat si chiuderà al pubblico e continuerà il suo lavoro dietro le quinte, presumibilmente a pagamento. Dio solo può sapere per quali scopi. E qui si aprono ulteriori riflessioni da brividi in questa nostra società di creativi curiosi. Diretti a spron battuto verso le mete misteriose, insondabili e pericolose del futuro.