In prossimità dell’equinozio autunnale i nervi (almeno i miei) tendono a incresparsi. Ho iniziato l’estate con una ricca agenda di incombenze e mansioni da svolgere in prima persona o affidare ad altri, visto che con l’innalzarsi dell’età le forze tendono a diminuire. Ora, a distanza di tre mesi – abbondanti, in verità, perché prima di stendere la mia lista di lavori e progetti avevo studiato a lungo le nostre situazioni — a distanza di tre mesi, dunque, mi corre l’obbligo di constatare con un certo rammarico che ho svolto una minima parte di quello che volevo. Ecco allora lo scatto disperato per recuperare il troppo tempo perduto a causa del troppo caldo e degli infiniti compiti quotidiani dei quali non avevo tenuto sufficiente conto in sede di progettazione. Ora è tempo di muoversi in fretta, e io mi muovo con l’indispensabile rapidità. Solo oggi: sveglia alle tre per ripassare le tappe della giornata che comprendono sgombero della cantina, parziale rimozione di detriti dal garage, ricerca di noci nel bosco, taglio di arbusti, nuotata in piscina per ritemprare corpo e mente, pianificazione delle prossime rubriche e lettura a oltranza dei testi da selezionare e tanto altro ancora, incluso una voce per il sito dedicato al teatro leggero italiano cui collaboro con gusto da alcuni giorni. Ripasso il programma a più riprese, cerco i punti deboli senza deprimerli, vedo lampeggiare il computer nel buio e sento bisbigliare i telefonini. Mi domando se questa tecnologia si rivelerà nociva alla nostra salute e la questione mi deprime un poco. Chiudo gli occhi e li riapro una dozzina di volte, mi alzo quando mancano ancora diversi minuti alle cinque – è l’orario che tanto inquieta i vicini che temono stia capitando qualcosa di veramente brutta in casa nostra perché due pensionati non hanno motivo per alzarsi presto – comunque sia mi alzo e comincio ufficialmente la mia giornata. Mi vesto alla svelta, pronta a tutte le evenienze, preparo il caffè e porto felicemente a termine il rito della colazione. Sfilo il taccuino e cerco i fogli bianchi per i primi appunti, ma cambio idea e parto con qualcosa di più fisico preparando gli stracci per la pulizia del caminetto e i cesti per la legna che userò per accendere il fuoco. Si sono fatte le sei quando vado a prendere le cesoie nella legnaia. E buon giorno sia. Mi restano cinque giorni per rimediare alle carenze estive, e poi verrà l’autunno, a liberarmi dai pesi più impegnativi. Fino all’estate prossima.