Thobias Rathjeu, un lupo solitario ha ucciso nove persone irrompendo in due diversi shisha-bar, locali dove si fuma il narghilè, frequentati prevalentemente da turchi. Prima del sanguinoso raid ha rivolto l’arma contro sua madre. Terminata la sua tragica missione di morte si è tolto la vita.
È successo a Hanau, nei pressi di Francoforte, cioè nel cuore della Germania occidentale. L’omicida era un simpatizzante dell’estrema destra con tendenze paranoiche, tant’è che prima dei due attentati ha pubblicato su Internet un folle documento di 24 pagine sostenendo che il suo attacco era necessario per distruggere i popoli che non sarebbe più stato possibile espellere. Dichiarazioni farneticanti che hanno permesso alla polizia di etichettare la scelta di Rathjeu come xenofoba e terrorista.
Etichette a parte la scelta di quest’uomo contribuisce alle nostre inquietudini. Dopo le orribili esperienze che ci ha lasciato in eredità il Reich – e il caos che ha preceduto l’ascesa al potere di Hitler – non possiamo restare indifferenti a lupi solitari che uccidono un piccolo segmento (quale che sia) della popolazione, barricandosi dietro l’alibi della palese impossibilità di espellerli. E non possiamo fare a meno di chiederci noi tutti – europei e non – dove sta andando il mondo con tanta fretta.