A volte parlare aiuta. Una collega (o forse da pensionata dovrei dire “ex” collega) che lavora a Como mi ha aperto gli occhi sulla situazione dei 500 migranti che tanto scandalo sta provocando. Questi poveretti che hanno superato mesi di marce forzate, fame, malattie, paure di tutti i tipi, vorrebbero proseguire verso la Svizzera e da lì forse più a nord, ma i confini sono sbarrati e dunque attendono la sorte sostenuti dalla Caritas. Lega e altri gruppi politici protestano sostenendo in concreto che i rifugiati rubano pane e attenzione ai troppi poveri italiani. Non si è potuto assegnare loro delle tende di fortuna perché questi ripari potrebbero servire a noi italiani in caso di terremoto (?) una catastrofe che da cent’anni e più non colpisce il comasco e facciamo gli scongiuri per il futuro. La mia collega (forse ex collega, dato che sono ormai pensionata) dubita di queste scuse. Certo è, osserva, che nessun italiano, benché povero, rischia la tortura, l’ergastolo e la vita come molti di questi fuggiaschi. E mi fa l’esempio degli Oromo, alcuni dei quali sono approdati a Como. Non avevo mai sentito parlare di questa etnia (oltre 24 milioni di persone) che costituisce circa un terzo della popolazione etiope e rischia l’estinzione per le politiche assassine dell’attuale governo, ampiamente denunciate da diversi organismi internazionali (cfr. internet). Lo sterminio è cominciato negli ultimi mesi, in concomitanza con le politiche restrittive del governo centrale che tendeva a togliere ogni potere agli oromo e ci sta riuscendo perfettamente. Gli oromo hanno giustamente protestato in modo pacifico, dicono testimoni esterni, provocando un ulteriore giro di vite dei governativi e fucilazioni di mossa. Morire per una protesta pacifica, essere destinati alla sterilizzazione o peggio, non è un pericolo da poco. Ed è solo un esempio fra i tanti scempi che insanguinano l’Africa e il Medio Oriente in questi mesi. Sono tante e gravissime le minacce che giustificano la fuga dei tanti, troppi soggetti a rischio, che meritano quanto meno il nostro rispetto. Certo, il futuro ci porta nuvole scurissime. Certo l’Africa non dovrebbe riversare sull’Europa decine di migliaia di suoi abitanti. Certo le nostre politiche sono insufficienti a contenere in modo equo e dignitoso la straripante massa di umanità dolente. Però mi domando: considerando la situazione non potremmo trovare strategie mirate e umane, al posto delle solite deprecazioni vendicative e prive di una soluzione veramente accettabile? Se il governo arranca, strattonato com’è tra referendum e faide interne, menti illuminate come Salvini, Grillo, Brunetta, Gasparri e Co. potrebbero mai darci una mano? E tanti giornalisti illustri ancora in piena attività non dovrebbero farci capire senza pregiudizi e con obiettività i termini della tragedia umanitaria che rischia di tracimare con conseguenze epocali?