Degli ultimi libri che ho letto (alcuni belli-altri forse meno) ho registrato con cura gli incipit. È un gioco interessate. Mi piacerebbe che qualcuno lo riprendesse, ma intanto faccio qualche esempio:
“Quando Hitler prese il potere ero nella vasca da bagno. Il nostro appartamento dava sulla Schiffbauerdamm, vicino al fiume, nel cuore di Berlino. ” Comincia così “Tutto ciò che sono” di Anna Funder (Feltrinelli). La prima frase ti fa pensare – e sai chi se ne frega – anche se chi ha vissuto i grandi momenti della storia finisce per ricordare esattamente cosa faceva quando è scattato l’evento che ‘ha fatto tremare dentro. La seconda frase, col richiamo a Berlino, ti porta dove succede il tutto.
E ancora: “Buffo, non è il fuoco a ucciderti, è il fumo. Tu sei lì che batti contro le finestre, arrampicandoti sempre più in alto mentre casa tua bruxia, cercando di fuggire, di uscire, sperando che forse, se riesci a evitare le fiamme sopravviverai all’incendio, ma intanto soffochi lentamente, i polmoni si riempiono di fumo”. (Da “prove per un incendio” di Shalom Auslander (Guanda).
O anche: “Il circo arriva inaspettato.
Nessun annuncio lo precede,niente volantini né affissioni o cartelloni, nessuna menzione sui giornali. Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era”. (Da “Il Circo della Notte” di Erin Morgenstern – Rizzoli).
Mi pare curioso sentire le parole che riassumono la voglia di scrivere e spingono a leggere…Se passate da qui e vi viene voglia di aggiungere l’incipit di un suo libro, nuovo o vecchio che sia, siete benvenuti!
Chi ben comincia
22 Comments
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Grande contributo a sorpresa, dopo un po’ di tempo, ma per questo anche più gradito. Mi fai venire la voglia di rilanciare il grande gioco degli incipit. Un abbraccio, Massimo
E l’incipit che racconta, invece, un grande amore lungo una vita.
“Stai per compiere ottantadue anni. Sei rimpicciolita di sei centimetri, non pesi che quarantacinque chili e sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Porto di nuovo in fondo al petto un vuoto divorante che solo il calore del tuo corpo contro il mio riempie”.
(Lettera a D- Storia di un amore- André Gorz)
Un incipit fulminante, che racconta un amore tragico in poche righe.
“Non so che cosa mi riservi ancora il Signore. Ma prima di morire voglio narrare la storia del giorno in cui Lajos venne per l’ultima volta a trovarmi e mi spogliò di tutti i miei beni”
(L’eredità di Eszter- Sandor Màrai)
Grazie Francesca – e per chi non lo ricordasse (hai spiazzato pure me, confesso) – il tuo testo è la dedica che si trova all’inizio de “Il Piccolo Principe” di Antoine di Saint-Exupéry. Léon Werth era un critico e scrittore, amico dell’autore. Celebre al suo tempo, ora quasi dimenticato
À LÉON WERTH
Je demande pardon aux enfants d’avoir dédié ce livre à une grande personne. J’ai une excuse sérieuse : cette grande personne est le meilleur ami que j’ai au monde. J’ai une autre excuse : cette grande personne peut tout comprendre, même les livres pour enfants. J’ai une troisième excuse : cette grande personne habite la France où elle a faim et froid. Elle a bien besoin d’être consolée. Si toutes ces excuses ne suffisent pas, je veux bien dédier ce livre à l’enfant qu’a été autrefois cette grande personne. Toutes les grandes personnes ont d’abord été des enfants. (Mais peu d’entre elles s’en ouviennent.) Je corrige donc ma dédicace :
À LÉON WERTH QUAND IL ÉTAIT PETIT GARÇON
non poteva mancare….
un abbraccio!
Ciao Caterina – grazie mi fa piacere ritrovarti qui ! E per i nostri amici: anche Caterina (psicologa) ha un blog interessante con tante storie rivolte ai bambini “per fare le cose”!
Ciao Nicoletta, eccomi qua, per il mio contributo. Come non scegliere il mio libro preferito, uno di quelli che ogni tanto bisogna che rilegga ed è come tornare a casa, fin dal primo rigo… un abbraccio. Caterina
“È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. E benché poco sia dato sapere delle vere inclinazioni e dei proponimenti di chi per la prima volta venga a trovarsi in un ambiente sconosciuto, accade tuttavia che tale convinzione sia così saldamente radicata nelle menti dei suoi nuovi vicini da indurli a considerarlo fin da quel momento legittimo appannaggio dell’una o dell’altra delle loro figlie.” (Orgoglio e pregiudizio, Jane Austen)
Non c’è niente che abbia senso,
è da tanto tempo che lo so. Perciò
non vale la pena far niente,
lo vedo solo adesso.
Si tratta del romanzo di Janne Teller, “Niente”, presto in libreria…
Continua così…
” Pierre Anthon lasciò la scuola il giorno in cui scoprì che non valeva la pena far niente, dato che niente aveva senso.
Noi restanno.
E anche se i professori si affrettarono a far sparire ogni traccia di lui, dalla classe come dalla nostra testa, un po’ di Pierre Anthon restò comunque in noi. Fu per questo, forse, che le cose andarono come andarono.”
Cara Lidia, grazie di questi commenti. Non riconoscevo il libro e cominciavo ad agitarmi. Il fatto che “Niente” non sia ancora nelle librerie mi tranquillizza un poco. L’inizio accattivante mi incoraggia a leggere tutto il libro!
Meraviglioso: è bello ritrovare i classici, è straordinario trovarsi davanti agli occhi quel “vero o falso che sia, quanto si dice degli uomini ha tanta importanza… quanto ne hanno le loro azioni. Mi hai fatto venire la voglia di rileggere il capolavoro di Hugo per gustarlo fino in fondo. Grazie e un abbraccio!
Nel 1815, monsignor Charles-Fancois-Bienvenu Myriel era vescovo di Digione. Era vecchio di circa settantacinque anni; occupava la sede di Digne dal 1806. Benché questo particolare non entri affatto in ciò che ci proponiamo di raccontare, tuttavia ci pare utile, per amor d’esattezza, accennare ai giudizi e alle voci corse sul suo conto quando era arrivato alla diocesi. Vero o falso che sia, ciò che si dice degli uomini ha tanta importanza nella loro vita e soprattutto nel loro destino quanta ne hanno le loro azioni.
da I MISERABILI di Victor Hugo
E ora, giusto per restare in esercizio:
«Ah, senti» disse Jane Smart, nel suo stile frettoloso ma ben determinato, ogni «s» sembrava la punta nera di un fiammifero appena spento, stretta fra le dita con un po’ di dolore come fanno i bambini oer gioco. «Sukie dice che un uomo ha comprato casa Lenox.»
da LE STREGHE DI EASTWICK di John Updike
Di primule non ce n’erano più. Dalla parte del bosco – dove questo finiva, l’aperta campagna scendeva in pendio fino a un vecchio recinto, oltre il quale c’era un fossato rivestito di rovi – si vedevano ancora rare chiazze di giallo ormai sbiadito, fra l’euforbia e le radici delle querce. Di qua da quel recinto, la parte alta del campo era crivellata di buchi: tane di conigli. In alcuni punti l’erba era del tutto scomparsa e dovunque c’eran mucchietti di escrementi secchi, intorno ai quali non cresceva altro che dell’erba cardellina.
LA COLLINA DEI CONIGLI di Richard Adams (il libro della mia vita, il più amato, il più riletto, il più regalato)
Quanti ricordi,Alessandra! Ho tanto amato “La collina dei conigli” e sono felice che tu lo abbia ricordato qui — grazie
Perché è la perdita la misura dell’amore?
Non piove da tre mesi. Gli alberi scavano sonde sottoterra, inviano radici di riserva nel suolo arido, radici che aprono come fossero rasoi ogni vena gonfia d’acqua.
I grappoli si sono appassiti sulle viti. Ciò che dovrebbe essere turgido e sodo, resistente al tatto per aprirsi in bocca, è spugnoso e piagato. Quest’anno non avrò il piacere di rigirare gli acini bluastri fra indice e pollice e di impregnarmi di muschio il palmo della mano. Perfino le vespe sdegnano quelle esili gocce marroni. Perfino le vespe, quest’anno. Non è stato sempre così.
SCRITTO SUL CORPO – Jeanette Winterson
Bellissimo! Grazie a Barbara Garlaschelli, Lettrice innamorata e grande scittrice, nonché amica di “Cuori”
Dove hai trovato questa frase così bella?
“Le notizie su Walter Berglund non vennero riprese dalla stampa locale – lui e Patty si erano trasferiti a Washington due anni prima, e ormai non contavano piu’ niente per St Paul -, ma la nuova borghesia urbana di Ramsey Hill non era cosi’ leale alla propria citta’ da non leggere il New York Times.” Jonathan Franzen, Liberta’.
Grazie, bello questo spunto!
Grazie a te! Anche a me sembra bello ripensare ai libri amati in questo modo e capire, forse, un po’ di più del meccanismo che avvince cuore e fantasia di chi legge. Continuiamo!
Bellissimo! Grazie Daniel
Uno prende e se ne va altrove. Quel che si è lasciato alle spalle resta lí e lo osserva mentre se ne va. (Amos Oz- Una pace perfetta)