Bilanci di fine anno
Siamo alla fine di un anno ricco che ci ha portato – nota privata non irrilevante – un meraviglioso nipotino nuovo che da solo renderebbe memorabili gli scorsi dodici mesi.
Siamo alla fine di un anno ricco che ci ha portato – nota privata non irrilevante – un meraviglioso nipotino nuovo che da solo renderebbe memorabili gli scorsi dodici mesi.
Stasera sono a Trino Vercellese per un incontro con Trino che legge per affrontare con Micaela Ordine il grande tema della violenza contro le donne. Me ne occupo dal 2009, anno in cui ho pubblicato per Sperling&Kupfer Il buio oltre la porta e da allora sono intervenuta in oltre 120 …
Scopro con un filo d’emozione – tramite Google Alert segnalato dalla mia cara e solerte amica Angelica – che il mio libro Favola in nero, apparso nel 1989 per i tipi della da tempo defunta casa editrice Reverdito, può essere acquistato al modico prezzo di 3 euro.
Ho molto amato il primo thriller La sostanza del male di Luca D’Andrea, acquistato da una quarantina di paesi prima ancora della pubblicazione in Italia. Ora inizio con curiosità il secondo lavoro, Lissy (pubblicato da Einaudi come il primo).
La mia amica Elena Mora ha pubblicato per Cairo un saggio sulla menopausa. Si intitola Menopausa più vita (Tutto quello che dovete sapere . e non avete mai osato chiedere – per affrontare il “Grande Cambiamento”). È un libro agile, documentato, appassionante, ben provvisto di ironica complicità e ottimismo.
L’avesse detto qualcun altro non gli avrei creduto e mi sarei pure irritata, e parecchio. Invece la dichiarazione l’ha fatta, in pubblico, un credibilissimo Alessandro Perissinotto. E che dichiarazione!
Ho letto un bel po’ di romanzi che cominciano con il ritrovamento di una lettera, un diario, un libro antico più o meno malefico e/o rivelatore. Ho sempre preso con le pinze una partenza di questo tipo per una storia,
Ho sempre avuto sentimenti abbastanza confusi sul conto dei missionari spirituali o laici, quasi per il timore di prevaricare le scelte – e le vite – di perfetti estranei. Che probabilmente non sentivano alcun bisogno di un indottrinamento di qualsiasi genere.
La zingara aveva cent’anni ma non voleva morire perché ogni giorno imparava una canzone nuova. A mia madre questo detto piaceva tanto e io ascoltavo con un po’ di sufficienza quando lo ripeteva. Cent’anni mi sembravano un tempo sufficientemente lungo per una vita .
O meglio, per chiarezza , note in margine a un viaggio di gruppo in Ungheria, il mio paese d’origine, la terra del mio papà. Mi sono portata dietro un gruppo speciale, perché composto da “quasi” tutta la mia piccola famiglia.