Girare il mondo è sempre utile, anche se il mondo si esaurisce all’interno di un cerchio che ha un diametro di appena un centinaio di chilometri o poco più. Tra Lumezzane (BS) – dove ho portato La promessa del tramonto – e Verona, dove con Paola Barbato e Matteo Bussola abbiamo presentato Mariti e la scuola di formazione per bambine che il libro sostiene, nella speranza di evitare che le famiglie, poverissime, le diano in sposa a 9 o 10 anni per avere una bocca in meno da sfamare.
Due incontri molto diversi, entrambi significativi. A Lumezzane gli organizzatori dell’ambizioso e riuscito festival “Apriti Libro” hanno ottenuto un messaggio di Liliana Segre che considerano il tema del mio libro torna al dovere del ricordo e a una diversa considerazione dei migranti che arrivano senza documenti, senza denaro e con il futuro sull’orlo del baratro. Parole forti e sincere che hanno dato l’avvio a una serata forte e onesta, con grande semplicità e senza nulla concedere alla retorica.
A Verona hanno tenuto banco le bambine indiane di Varanasi al centro di una incruenta rivoluzione culturale che mette al centro del mondo nuovo i diritti delle donne, non vittime designate di umiliazioni e stupri, ma promotrici di valori e liberi affetti. Ma abbiamo molto parlato del libro Mariti e della realtà che sta dietro, di una cordata tutta femminile nata 12 anni fa e mirata ad aiutare donne e bambini in difficoltà. Matteo Bussola, scrittore e artista di valore, ha generosamente offerto talento e intelligenza nel condurre una presentazione stimolante ponendo – tra gli altri – il tema della scrittura femminile. Se esiste, se è da promuovere come tale. E se, il nostro gruppo di autrici nato 12 anni fa con Cuori di pietra (e ora in cerca di un nome più semplice e comprensivo) debba e possa aprirsi anche a partecipazioni maschili. Domande semplici, ragionamenti complicati. Risposte in arrivo. Presto.