Ho cominciato la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne postando il piccolo video di un padre che canta la sua felicità alla figlioletta neonata. Finirò partecipando a Mariano Comense a un incontro dibattito sul femminicidio. Sono stata invitata in quanto autrice de IL BUIO OLTRE LA PORTA (Sperling&Kupfer) la testimonianza di una donna che per oltre un decennio ha subito le violenze del marito, all’apparenza cittadino esemplare. Uno dei primi libri su questo tema spinoso, pubblicato nel 2009 e arrivato alla quarta ristampa.
Mi restano dunque alcune ore per mettere a fuoco il mio breve contributo, e voglio evidenziare l’aggettivo “breve” perché a fine giornata la concisione è la virtù più gradita. Concisione e senso pratico, cioè la voglia di evidenziare come ognuno di noi può dare un contributo a cambiare le cose.
Per altro: offrire una mano è importante, perché in base alle statistiche la violenza sulle donne incide sulla salute fisica e psichica delle donne ed è un fenomeno in aumento (dal 2010 al 2014 + 8,5%) e l’età di chi subisce e chi la usa continua a diminuire. Il che significa che la cosa resterà con noi a lungo. Questo quadro fosco non vale solo per l’Italia, ma per il mondo intero: il 31,5% delle donne italiane e il 35% delle donne nel mondo subiscono – o hanno subito – violenza. In molti paesi il primo rapporto è assolutamente violento.
Certo, la legge sul femminicidio cerca di metter riparo – importante l’irrevocabilità della querela e la priorità della trattazione – ma in Italia arranchiamo un poco. Non a caso abbiamo atteso a lungo per il varo della legge sul femminicidio e il 25 novembre – istituito dall’ONU nel 1999) da noi è arrivato solo nel 2005.
Tuttavia gli sprazzi di luce non mancano – nel 2013 abbiamo avuto 179 donne uccise – nel 2014 ci sono state 152 donne uccise — quest’anno siamo a 108 e anche se le statistiche sono incomplete si può sperare che il record negativo dell’anno scorso non sia raggiunto/superato. Sarà forse l’effetto positivo del numero antiviolenza e anti stalking – 1522 – e dei centri antiviolenza che cercano di funzionare con soldi promessi e non versati, quindi con le loro forze. Niente soldi, niente coordinamento – D. i. re (Donne in rete contro la violenza – unisce 74 centri)
Su versante positivo vanno ricordati i centri che accolgono uomini perché sono particolarmente importanti.
Alcuni nomi: Il cerchio degli uomini a Torino e Brescia; Il centro Uomini non più violenti promosso da Il Varco che è a Milano e anche a Bergamo e quello Mediazione Penale sempre a Milano. Il White Dove “Lato oscuro degli Uomini” a Genova; il Centro uomini maltrattanti (C.A.M.) di Firenze (dove tra l’altro si può fare un test online e anonimo), il gemello di Ferrara, i due Ldv di Modena e Rimini, il centro Trattamento delle violenze a Forlì; in Trentino Alto Adige il centro Consulenza per uomini a Bolzano, Cambiamenti a Rovereto, Interpares a Trieste a Roma Relazioni libere dalla violenza presso Solidea della Provincia di Roma.
Aiutare in qualche modo questi centri, offrendo forse tempo sicuramente un po’ di denaro, è sicuramente utile.
E ancora: Non tacere – ossia rompere il silenzio che circonda le varie forme di violenza – è un obbligo morale.
C’è poi un LAVORO DI PREVENZIONE e EDUCAZIONE che riguarda noi genitori e nonni e che ha diverse corsie. Bisogna agire presto su bimbi più piccoli per
1. educarli al rispetto delle differenze
2. indurli a considerare che la diversità è una forma di ricchezza
3. eliminare gli stereotipi di genere
Un altro punto alla portata di tutti è partecipare alla campagna del fiocco bianco, iniziata da un gruppo di uomini canadesi nel 1991 dopo che il 6 dicembre 1989 un pazzo aveva ucciso a colpi di fucile 14 studentesse del Politecnico di Montreal.(In Italia è arrivato nel …
Sono, come dicevo, poche cose ma contributi concreti che hanno il loro valore e non solo un valore simbolico.
Peccato fermarsi qua – anche se potrebbe bastare (ci sono altre tre persone con me, una psicologa, un’avvocata e un poliziotto. Tutto sommato forse non arriverò nemmeno a dire tutto. Sarà comunque il mio piccolo contributo alla grande causa della lotta contro la violenza, prima di riprendere il lavoro nelle scuole assieme alla nostra prof. Maria Grazia Bianchi e alla splendida Sarah Viola, psichiatra e giudice onorario del tribunale dei minori di Brescia.