Continuo il mio giro di incontri sulla violenza contro le donne. In questi giorni mi sto concentrando sulle scuole superiori, seguendo le preziose aperture di Maria Grazia Bianchi Razzini (Lions club Dalmine) e la partecipazione appassionata e competente della formidabile Sarah Viola, psichiatra-psicoterapeuta-giudice del Tribunale dei minori. Ieri, a un incontro organizzato presso l’ottimo istituto Cantoni di agraria a Treviglio, davanti a due classi di ragazzi partecipi e ben preparati, siamo partite ancora una volta dal mio libro “IL BUIO OLTRE LA PORTA” (SPERLING & KUPFER), la testimonianza di una donna della buona società borghese, madre di 3 figli, vittima di aggressioni fisiche e verbali da parte del marito per 18 anni. Solitamente mi soffermo sui tanti legacci che bloccano le donne trasformandole in vittime di violenza. Ieri ho letto, invece, un decalogo di consigli cercando di volgere in positivo gli handicap che affliggono l’universo femminile (frase ampollosa per un concetto triste). Ecco qui i dieci punti sui quali cercherò di lavorare nelle prossime settimane per trasmettere alcuni messaggi utili e concreti assieme e oltre alle consuete statistiche con cifre come: ogni 8 minuti nel mondo muore una donna ammazzata dall’uomo che dovrebbe amarla e difenderla.
1. Care ragazze, andate oltre gli stereotipi di genere e non ponetevi limiti pensando questa data cosa è per femmine, quest’altra è per maschi. Le nuove esperienze dimostrano che non potete eccellere solo nelle materie letterarie, ma anche in quelle scientifiche.
2. Cercatevi un lavoro a costo di inventarlo o fare volontariato — e non mollatelo nei limiti del possibile (vedi crisi). In Italia le donne abbandonano troppo spesso il lavoro dopo il primo figlio e ancora di più dopo il secondo.
3. Sul lavoro e in casa imparate a difendere il vostro punto di vista con calma e determinazione. Le donne decise rischiano di passare per uterine e aggressive. Contenete il vostro ardore ma non chinate la testa.
4. Doveste mai imbattervi in un uomo violento (problema che riguarda circa un terzo delle italiane a quanto pare) non illudetevi di poterlo convertire da sole. Non fate le crocerossine. Non azzardatevi a impartire psicoterapie fai-da-te.
5. Se vivete un rapporto sbagliato cercato un aiuto professionale qualificato.
6. Fatevi i fatti degli altri aprendo gli occhi sui problemi di amiche e vicine di casa – ma allo stesso tempo confidate i vostri problemi alle persone che vi stanno più vicine.
6 b. Ragazzi, cercate anche voi di farvi un esame di coscienza. Le vostre amiche/compagne non sono oggetti di proprietà. Se portate in voi una carica di rabbia e aggressività … cercate aiuto.
7. No al silenzio. No all’isolamento. Isolamento e solitudine sono armi potenti nelle mani di uomini violenti.
8. Ragazze e ragazzi: ricordate che avete il diritto e il dovere di scrivere DA VOI la vostra storia. Decidete con cognizione di causa senza farvi trasportare da pregiudizi altrui.
9. Ragazzi, ricordate che trattare con rispetto per la vostra compagna, agire con spirito di condivisione, non sono segnali di debolezza ma di una mente armoniosa.
10. Non accettate la lotta in corso per la “superiorità” di genere. Non importa sapere chi è meglio e chi sbaglia di più. Maschi e femmine sono diversi e complementari. Una più stretta collaborazione è una delle chiave di un futuro più giusto e più ricco.
Commenti? Suggerimenti? Ringrazio in anticipo chi si prenderà la briga di scrivere…
Riflettere di violenza con i più giovani
5 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
bene. Allora aspettiamo. E sapendo di più rilanciamo la proposta sulle nostre pagine. Qualcosa succederà…
No al silenzio. No all’isolamento. Isolamento e solitudine sono armi potenti nelle mani di uomini violenti.
Questa e’ la chiave. Bisognerebbe parlare parlare parlare. Sto’ leggendo il libro di Riccardo Iacona Se questi sono gli uomini e quello che impressiona e’ il silenzio e la solitudine che emarginano le donne.
Ma Iacona va’ oltre. Cosa succede dopo aver parlato ? Se mancano i centri antiviolenza chi protegge la donna DOPO ?
Devo ammettere che il libro di Iacona lascia sconfortati. Perche’ non e’ solo questione di dare dei mezzi alle donne per non rimanere in balia della violenza. Bisogna che la societa’ si attrezzi di strutture di protezione in modo da avvolgere la donna in una rete di protezione fisica e psicologica.
Quindi non e’ solo un diverso atteggiamento di donne ed uomini (come me’). E’ un diverso atteggiamento della societa’ quello che serve.
sono perfettamente d’accordo: dobbiamo cambiare atteggiamento, la società deve cambiare modalità di comunicazione. Per una convivenza accettabile dobbiamo trovare tonalità nuove, senza violenza. “Se questi sono gli uomini” è un colpo al cuore anche più forte del mio “Il Buio oltre la Porta”. Ma funziona. Invece non sono d’accordo sullo scoramento. Mi spiego: la tentazione è comprensibili e perfino legittima. Ma non abbiamo il diritto di fermarci e ripiegare su noi stessi. Dobbiamo tenere in piedi i centri antiviolenza costretti ad arretrare per mancanza di fondi; dobbiamo agire con modalità di prevenzione e cura; dobbiamo proteggere le vittime e anche gli aggressori. Grazie di queste considerazioni così appassionate e interessanti!
Cara Nicoletta, lo sconforto c’e’. Eccome… basta leggere notizie come questa:
Rischia la chiusura il Centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce
Io posso insegnare ai miei figli a rispettare tutti gli altri esseri umani. Donne, uomini, disabili, emarginati….
Ma se poi lo stato non spende una lira nel rendere questo insegnamento un concetto GLOBALE ?
appunto per questo dobbiamo tenere duro superando lo sconforto. Certo è che lo Stato non ci aiuta. Né con l’esempio, né con l’insegnamento, né con finanziamenti adeguati. E fai bene tu a segnalare i problemi. Che si può fare per il Renata Fonte di Lecce? Tu conosci queste persone? Invitiamo gli amici di fb a mandare in busta una banconota da 5 euro? A chi?