La decisione rinviata della Corte Costituzionale sulla illiceità della donazione invita l’ennesima riflessione sul tema pma. Poteva andare peggio, come dice Filomena Gallo, un’amica autorevole alla quale va tutta la mia fiducia. Eppure…
Ricordo bene che l’8 febbraio 2011 alla presentazione milanese del mio “Perché io no?” il dottor Guido Ragni-allora presidente della Federazione italiana delle Società scientifiche della Riproduzione – ha ricordato, con forte empatia, la mobilitazione generale con cui i cittadini dell’Australia risposero al tentativo di restringere i limiti della fecondazione assistita nel loro paese. Di fronte alla rivolta degli elettori, la nuova legge fu prontamente ritirata. Un esempio semplice e chiaro, che ci lascia un senso di impotenza e frustrazione. Siamo costretti a chiederci cosa potrebbe succedere in Italia, se cadesse il tabù della infertilità, permettendo alle molte migliaia di coppie che hanno sperimentato sul loro corpo e nei loro cuori, il dramma di un figlio negato, avessero la forza di raccontare le loro esperienze senza falsi pudori, chiedendo giustizia. Il silenzio, la paura, il senso d’inadeguatezza, sono un bavaglio potente e un freno quasi insormontabile alle legittime aspirazioni di tanti nostri amici. Le prime vittime della legge 40 sono le coppie meno abbienti. La situazione attuale non impedisce, infatti, a chi può permetterselo, di andare all’estero in cerca di aiuto. Spesso, non mi stancherò di dirlo, senza le garanzie necessarie. E con conseguenze pesanti: da donazioni non sufficientemente controllate, e scientificamente garantite, derivano a volte problemi drammatici. Ma sono problemi che, a quanto pare, si preferisce non tenere da conto.
Così ci autocondanniamo all’attesa infinita di un segnale supremo che possa cambiare le carte sul tavolo. Nel frattempo restiamo a macerarci nel dolore pensando che se la natura non ci ha concesso un figlio, è solo perché non ce lo meritiamo. E all’infinito ci chiediamo quale oscura colpa siamo condannati a espiare – perché noi no.
Un momento di riflessione
10 Comments
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Devo darti ragione. La legge non è sicuramente uguale per tutti.
Forse un Po tutti e due,ma trovo che aumentare il ticket per la fecondazione assistita sia discriminatorio nei confronti di quelle donne che nn possono permettersi di pagare il proprio desiderio di maternità
La Toscana era rimasta “isola felice” ma ora si e adeguata a tutte le altre regioni visto il numero sempre crescente di richiesta.
Colpa della crisi che avanza o della sottile, e non troppo nascosta, diffidenza dei politici nei confronti di procedure sempre controverse?
E cosa succede nelle altre regioni?
…sono stanca delusa e inc…. Scusate. tutti discutono sui dubbi etici e morali della fecondazione ma su una cosa sono tutti d accordo ,nel farci pagare cara questa nostra condizione di infertilità! Mi spiego , su giornale di ieri sono stati pubblicati i nuovi ticket per il pma regione Toscana ….”ticket fino a 700 /800euro!!!!ticket in vigore dal 1 di settembre. Una cosa nn sapevo..che dovessimo noi risanare il debito italiano .
come darti torto? Ti abbraccio
non si può restare ancora così … in Italia bisogna svegliarsi 1 po’. Basta soffrire noi donne noi coppie di fatto donne sposate che non possono realizzare il sogno della vita magari perche l’uomo è sterile dobbiamo essere aiutate per favore. Che da lassù qualcuno ci aiutiii
Sulla diagnosi concordo (e purtroppo non vale solo per l’Italia, ma certo qui da noi la situazione è ben delineata). Spero invece che quel “mai avremo la possibilità di andare oltre etc etc”sia troppo drastico. Ognuno di noi deve fare la sua parte per correggere il tiro. Grazie Valentina. Ci hai offerto uno spunto molto utile.
Il problema è che siamo in Italia, dove ancora oggi comanda l’omertà, comanda la legge del più forte, comandano gli altri ma non i diretti interessati… e credo che mai avremo la possibilità di andare oltre l’ostruzionismo di un popolo bigotto…