L’estrema destra va al governo in Turingia – regione dell’ex Germania dell’est – ma resiste solo 24 ore. Non è una bufala, ma una inquietante realtà di questi tempi di incertezza. Fatto è che il liberale Thomas Kemmerich non potrà governare con i voti del partito xenofobo di estrema destra AfD, Alternative fuer Deutschland. La rivolta degli elettori e dei politici di centro e sinistra ha tempestivamente bloccato il Patto col diavolo che qui si è incarnato nell’estremista Bjorn Hoecke, definito dall’Alta Corte tedesca palesemente “fascista”. Lo scandalo ha travolto Kemmerich costringendolo a dimettersi, il governo si arena per mancanza di una maggioranza, nuove elezioni sembrano inevitabili. Il gioco riparte da zero. Ma il tentativo di portare al governo esponenti della estrema adestra c’è stato e lascia il segno. Si discute se il patto naufragato è rimasto circoscritto al Land Turingia o se ha (o avrà) diramazioni federali. Una ipotesi da brividi. Si paventa, più ancora, che l’AfD escluso dal potere si presenterà da martire alle inevitabili nuove elezioni, ottenendo più consensi.
Quello che succede in Germania risveglia ricordi cupi, e prospetta orizzonti nebulosi, mentre pezzi d’Europa vanno a destra, inglobano estremismi che le Costituzioni democratiche si illudevano di avere messo al bando, riportano in auge un subbuglio di sentimenti che fa sempre più paura. Che questa politica destrorsa si appoggi alle intemperanze di Trump o alle asprezze di Putin poco importa. La deriva c’è e minaccia di trasformarsi in emorragia. Per frenarla si invoca l’intervento della ragione, ma la logica annaspa davanti a certe posizioni viscerali che negano verità fattuali. Ecco perché non smetteremo di ricordare le vittime di ieri – ebrei, senti, gay, comunisti, divergenti di ogni sorta – e il sacrificio di tanti popoli di oggi. Ed ecco perché esitiamo ad affidarci ciecamente alle nostre democrazie e teniamo alta la guardia contro l’orrore. Non è pessimismo, ma semplice prudenza che invita a tenere gli occhi aperti. Sempre.