Mi chiedono di anticipare di mezz’ora l’intervista con Tracy Chevalier (La ragazza con l’orecchino di perla) sul suo nuovo romanzo Le ricamatrici di Winchester – Neri Pozza, centrato sul gruppo di donne che negli anni 30 hanno ricamato gli splendidi cuscini che ornano le panche della cattedrale). Motivo: la collega prima di me è bloccata in metropolitana e l’ufficio stampa vuole evitare tempi morti. Se ne esce chiamando un taxi che mi porta velocemente a destinazione. Un attimo dopo il mio arrivo, roba davvero di secondi, arriva anche la collega. La metro si è sbloccata, l’emergenza è finita. Lei, gentilmente, mi lascia la precedenza. Decidiamo invece di fare l’intervista a due voci. Così facciamo e tutto fila liscio al punto che la scrittrice si convince che siamo un duo collaudato. In verità abbiamo solo usato un minimo di decenza e di buon senso.
Non so bene perché, ma sono molto felice. Forse perché a volte sommare le forze si trasforma in un rebus dai risultati incerti. Invece stamani ce la siamo cavate egregiamente. Grazie Isabella Fava. Grazie Tracy Chevalier. Grazie Daniela Pagani. Del libro – già bestseller in Inghilterra e Usa – parlerò più avanti, intanto questo.