Scrivere “giallo” è un’arte difficile. Richiede la capacità di essere incisivi e originali, far quadrare dubbi e azioni reali, scoprire poco alla volta il problema reale sotto la coltre di menzogne e ipotesi fuorvianti. Non tutti arrivano in fondo, tant’è che i gialli migliori arrivano da lontano. America, Scandinavia, Gran Bretagna.
Gli italiani – solitamente lavoratori solitari – stentano più degli anglofoni che hanno dalla loro un collaudato meccanismo di squadra. Eppure proprio noi abbiamo sotto gli occhi il giallo più emozionante nelle manovre politiche di questi ultimi 70 giorni. Le continue oscillazioni tra “trovato l’accordo” e “nulla di fatto”. I colpi di scena accolti con sollievo o rabbia. Le giravolte pentastellate. I passi da gambero della Lega. Le promesse dei leader di fare un passo indietro e gli scontati ripensamenti. E ora, con qualche anticipo sui tempi, il via libera al ritorno alla politica attiva di Silvio Berlusconi (ma se ne era mai allontanato?) che potrebbe modificare ancora una volta gli accordi in fieri mentre Fratelli d’Italia si sfila contestando l’alleanza con Di Maio. Il quale, a sua volta, annuncia di voler proporre all’approvazione degli iscritti – sulla piattaforma Rousseau – quanto sarà eventualmente concordato dai vertici. Esercizio di democrazia? O meglio fumo negli occhi, turbolenza in un gioco di specchi che rimanda alle costellazioni dell’infausta Repubblica di Weimar e altre forme di protofascismo.
Se non è un giallo questo… ma c’è qualcuno disposto a scriverne ora? Sarebbe un utile esercizio e forse la chiave di un possibile successo anche all’estero. Perché, al momento, gli osservatori stranieri guardano fingendo costernazione le sedie vuote dei governanti italiani ai più importanti consessi internazionali. Ma se poi si allunga il tiro si scopre che le frantumazioni politiche sono di stretta attualità anche all’estero. Come se lo stesso maleficio avesse colpito tutti i volti della politica globale. E se ci fosse dietro una mente perversa, un artificio letale?
Il giallo evidentemente si ingarbuglia. A tutto vantaggio dell’emozione…