Quest’anno le Tecniche di lettura e scrittura – il corso in otto incontri che tengo dal 2 febbraio all’ACU di Brugherio – prenderà l’avvio dalle parole. Sembrava una buona idea, di fatto si sta rivelando proficua perché consente di prendere di petto le basi della comunicazione. Intanto sfoglio il nuovo saggio dello psichiatra Eugenio Borgna – Le parole che ci salvano (Einaudi) – che considera le parole come “creature viventi, di radicale importanza nel creare ponti di comunicazione fra chi parla e chi ascolta, fra chi cura e chi è creato”. Certo è un taglio particolare, questo, ma almeno due aspetti vanno diritti al cuore. Il primo è che le parole cambiano significato “nella misura in cui si crea – o non si crea – una sintonia emozionale” con il nostro interlocutore. (Da psichiatra, Borgna parla di “chi ti chiede aiuto”. Il secondo è che alle parole spetta una grande responsabilità anche nell’influenzare i modi di agire. Vale più che mai l’aforisma di Gandhi di cui mi parlava proprio l’altro giorno, una delle mie più care amiche. Certe coincidenze non capitano a caso.
Mantieni i tuoi pensieri positivi,
perché i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive,
perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.
Mantieni i tuoi comportamenti positivi,
perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.
Mantieni le tue abitudini positive,
perché le tue abitudini diventano i tuoi valori.
Mantieni i tuoi valori positivi,
perché i tuoi valori diventano il tuo destino.