Mi colpisce molto quel malessere psicologico che gli esperti chiamano “sindrome dell’impostore”. In parole povere, l’incapacità di prendere per buoni i propri talenti, e dunque accettare nel modo più giusto eventuali lodi e apprezzamenti. In realtà bisognerebbe chiamarla “sindrome della impostora” perché ne soffrano soprattutto le donne che molto più degli uomini accusano insicurezza, mancanza di autostima e capacità di imporsi. Sarebbe questo il motivo che impedisce a molte di noi in carriera di fare la strada che meriterebbero, e ancora questa sarebbe a ragione per cui stentaiamo ad accettare i complimenti più garbati e rispondono a parole di stima con frase mozze tipo – sì, questa mi è venuta bene; sì, ma ho avuto aiuti preziosi; grazie ma in fondo è il mio dovere/mestiere/impegno quotidiano. Le variazioni sul tema sono ovviamente infinite.
Ed è possibilmente la “sindrome dell’impostare” – non tanto la gelosia o la diffidenza – che a volte rende difficile la collaborazione tra donne, aprendo a reciproche tremende sicurezze. Questi temi mi sono particolarmente cari e sto mettendo da parte alcune storie che possano illustrarli. Un aiuto sarebbe gradito – ma soffrendo della sindrome da tempi immemorabili non oso nemmeno suggerirlo ad amiche e amici. Se però mi mandate una osservazione o due, mi farete moltissimo piacere.