Prendo in mano – distrattamente – Matilde di Roald Dahl (Rizzoli). Mi incuriosisce: un tondino dorato segnala che è una edizione speciale per i trent’anni del libro. Una frase, sul retro, ammonisce: “Scrivere è in un certo senso propaganda. MATILDE, per esempio, è una smaccata propaganda per la lettura”. Spiegazione: Matilde ha imparato a leggere a tre anni, a quattro ha divorato tutti i libri della biblioteca pubblica, quando arriva in prima elementare, l’intelligenza che ha accumulato rende i suoi occhi incandescenti. E poi scopre pure che le uniche armi che l’intelligenza e la cultura sono le uniche armi a disposizione di un debole per avere la meglio su ottusità, prepotenza e cattiveria”.
In effetti Matilde avrà a più riprese la meglio sul padre prepotente che la vorrebbe immobile davanti alla tv invece che immersa in qualche libro, e finirà per stravincere anche l’orribile direttrice della sua scuola che sembra divertirsi a bistrattare tutti gli allievi, in particolari quelli più timidi e impacciati.
È dai tempi di Harry Potter che non leggevo un libro per ragazzi. I nipoti grandi se la cavano ampiamente senza il mio aiuto, e i quattro piccoli, dai 4 anni in giù, non sono ancora in grado di seguire le avventure di questa fantastica ragazzina (ma c’è pure il rischio che imparino troppo da lei, mettendo in riga noi cosiddetti adulti).
Sta di fatto che Matilde mi ha divertita tanto. Ed ecco perché comincio da qui i miei consigli natalizi per libri da scegliere di corsa.